La città incantata
La copertina è bellissima. Sembra di ammirare un sogno onirico del maestro Miyazaki, un mostro dalle fattezze bonarie che non mancherà di arricchirti umanamente con azzeccati quanto saggi discorsi filosofici. Neanche a dirlo, la musica riflette alla perfezione l’assurdità visiva del lavoro grafico. Urbano, lunare, sognante, aurale. Un spirale ipnotica dove convergono le menti dei Bardoseneticcube e i virtuosismi di stampo jazz del sassofonista russo Igor. V. Petrov.
La collaborazione è molto rarefatta, il sound viene dilatato e reso onirico dall’incontro dell’ambient con i suoni, per certi versi, epilettici del jazz. Un viaggio ricco di appigli e sfumature sonore, un tappeto caldo in equilibrio precario tra rovine industriali e torpori ambient picchiato dalla presenza lugubre di Petrov (Browned). “One” si districa in territori ben più oscuri, un denso tappeto ambient noise su cui faranno capolino occasionali clangori e samples vocali cavernosi e poco rassicuranti. Tenebrosa l’outro “Logosax”, una performance buia e pregna di ricordi nebbiosi e corrosi dalla pioggia, più morbida l’intro “Songong” che ha il pregio di partire con dolcezza per proseguire con ruvidezza in un sentiero di soffocato ambient noise.
Un lavoro che sfugge da ogni catalogazione per addentrarsi in territori unici e di grande interesse sonoro.